25 anni fa se ne andava il grande Enzo Ferrari

Enzo Ferrari durante uno scambio di battute con Gilles Villeuve

“La macchina da corsa per me è come un figlio. Il figlio rappresenta la continuità di noi stessi, lei lo porta a scuola e il giorno che riesce negli studi – che è il primo della classe – lei è orgoglioso di lui.” Così Enzo Ferrari descriveva la sua passione per le automobili.
A 25 anni dalla scomparsa, ancora la sua presenza è fondamentale nell’animo di chi l’ha conosciuto, di chi manda avanti il suo regno, e dei più giovani, appassionati di motori, che lo hanno da sempre considerato un Mito. Era un personaggio unico ed incredibile. Sapeva guardare al futuro come nessun altro, e questa sua dote lo ha portato in vetta al mondo. E’ riuscito a conciliare potenza ed eleganza, creando un prodotto che è diventato negli anni il sogno di chiunque. “Io non ho avuto la possibilità di studiare. Mi sono fermato a quella che una volta era la terza tecnica, che oggi equivale alla terza dell’obbligo. Però nella vita mi sono sempre contornato di persone molto colte, capaci e soprattutto pervase dal desiderio di avere successo. L’amore per l’automobile è la prima qualità che io dovevo scoprire nel mio interlocutore prima di assumerlo”. Questo era lo spirito del Grande Vecchio, ed il segreto del suo immenso successo.
Talmente riservato e schivo, che quando se ne andò nel lontano 13 agosto 1988, la stampa venne informata, su sua disposizione, solamente il giorno successivo.
A Modena adesso, nella sua casa natale, vi è la sede della Fondazione Casa-Museo Enzo Ferrari, il cui Presidente, Mauro Tedeschini, ha voluto ricordarlo così: “Più passano gli anni, più si conferma la straordinaria modernità del personaggio Enzo Ferrari. La sua spinta all’innovazione tecnologia e la scelta di puntare fin dal dopoguerra sui mercati mondiali, e fanno un personaggio unico nell’Italia dell’epoca. Il tutto animato da una passione incredibile per il mondo delle corse e della velocità, con una capacità unica di motivare i propri uomini a migliorarsi”.

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