Commissione sul rifornimento: approvata a febbraio, tornerà a luglio!

Una pompa di carburante

Effettuare pagamenti elettronici rende più tranquilli tutti: i cittadini circolano con meno contante e il Fisco riesce a tracciare tutti i nostri movimenti.
E mentre si parla di aiutare i cittadini e i commercianti, dal primo aprile è tornata la “commissione sul rifornimento” per chi acquista benzina mediante sistemi di pagamento elettronici.
Ma di questo non ha parlato nessuno, tanto che non si sa a quanto ammonti la commissione, se sia rimasta 77 centesimi (come era quando fu abolita) o se si debba corrispondere una somma diversa.
La motivazione di tutto pare essere una sorta di pasticcio burocratico (non si capisce se intenzionale o meno).
Difatti, in origine la commissione per gli importi al di sotto dei 100 euro era stata abolita con l’introduzione di un regime transitorio che da un lato introduceva la gratuità delle transazioni e dall’altro invocava una regolamentazione definitiva.
Tale commissione, istituita con il decreto 51 del 14 febbraio 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2014, stabilisce che il regime transitorio, per cui questa commissione era stata eliminata, è terminato senza, però, definire con precisione cosa debba accadere.
Leggendo il decreto pare di capire che l’intento complessivo sia ripristinare le commissioni per ogni pagamento (la cui abolizione non era piaciuta per niente alle banche) ma modulandole in maniera tale che esse siano proporzionate al valore della transazione. Tuttavia, non solo la reintroduzione delle commissioni è evidentemente un deciso passo indietro nel sostegno ai sistemi di pagamento elettronici ma, non essendoci disposizioni precise, non si può sapere se davvero le cifre in questione siano ridotte. Una cosa è certa: dal 29 luglio 2014, sui rifornimenti di carburante pagati con carta di credito, i consumatori dovranno pagare una commissione che non andrà al gestore della pompa, ma andrà direttamente ad arricchire le banche.

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