Formula 1, il rivale più temuto da Fernando Alonso: no, non è Hamilton I Ti metti a piangere

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Alonso ha “snobbato” l’amico-nemico Sir Lewis Hamilton, con il quale ha avuto un rapporto molto teso fin da quando erano compagni di squadra alla McLaren nel 2007. Nemici giurati prima, avversari dal rispetto reciproco oggi, ma il rivale di sempre rimane una leggenda

Fernando Alonso e Lewis Hamilton hanno dato vita nel corso degli anni a un dualismo unico nel suo genere in F1 per longevità e caratteristiche. Una sfida nella sfida nata nel 2007 diventata addirittura uno spot pubblicitario.

L’ultimo capitolo della saga in Bahrain nel 2023, col sorpasso strepitoso dello spagnolo in pista e i complimenti del britannico nel post gara. Il gesto testimonia l’evoluzione di un rapporto umano cresciuto attraverso varie tappe, tra sorpassi, dispetti, accuse, ma una constatazione: il sapere di essere un grande avversario l’uno per altro.

Ma una domanda su chi fosse il più grande rivale della sua carriera, Fernando Alonso non poteva che rispondere Michael Schumacher. Il titolo del 2006, ottenuto contro uno Schumi ormai diventato leggenda assoluta, è il momento su cui lo spagnolo si è maggiormente soffermato.

L’asturiano durante il racconto a Bang & Olufsen ha sottolineato tutti i pregi e le abilità di quello che per lui, allora, era un maestro oltre che un rivale dichiarando :“Quando sono arrivato a questo sport, Michael Schumacher stava dominando le gare e tutto il resto, probabilmente quella lotta con lui sarebbe ancora quella che sceglierei”.

La leggenda di Shumi

Nel corso dell’intervista, Alonso ha evidenziato la capacità di Schumacher di andare oltre i limiti, specialmente nei weekend non favorevoli alla Ferrari. Proprio nel corso di questi Gran Premi, lo spagnolo ha ricordato come non credesse ai suoi occhi quando vedeva Schumacher qualificarsi secondo e poi ridurre i danni al minimo.

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“Era un pilota che faceva sempre qualcosa di speciale, in alcune gare la Renault era migliore o pensavamo di esserlo. Tutto sembrava andato bene in qualifica, mi dicevano “sei in pole”. Ma poi arrivavo al parco chiuso e vedevo che Michael era secondo. Mi chiedevo come fosse possibile. Arrivavo in qualifica e sapevo che era un fine settimana da sfruttare per noi. Ma nonostante un weekend a loro avverso, Michael era in seconda posizione. Quello che faceva nelle gare in cui l’auto non era competitiva era qualcosa di incredibile”.

L’asturiano, infine, ha tenuto a ricordare quanto speciale e intenso è stato lottare per il mondiale contro il sette volte campione del mondo e quanto valore ha avuto quel titolo nel 2006.

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Gaetano Napolano