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Si è spento Doriano Romboni

Doriano Romboni
Doriano Romboni

Un talento che ha preso meno di quanto meritasse realmente. Il pilota ligure si è spento con un incidente simile a quello di Simoncelli, proprio mentre lo ricordava al SicSupermotoDay. Esordì in 125 nel 1989, e gli servirono solo 5 GP per mettersi in mostra e dimostrare di che pasta era fatto. Fece la voce grossa l’anno seguente, con due GP vinti e il quarto posto nella classifica generale, poi approdò in 250. Nella classe di mezzo fu consacrato tra i grandi piloti italiani, facendo a gomitate con Max Biaggi e Loris Capirossi, lottando fino all’ultima gara per il Titolo mondiale nel 1994. L’anno successivo, nel tempio del motociclismo, a seguito di un contatto con Max Biaggi, la carena della sua Honda si andò ad incastrare proprio con il canotto dello sterzo, provocandogli una disastrosa caduta, che gli causò la frattura di tibia e perone. Rambo, anche in quell’occasione, si rialzò imperterrito, continuando a coltivare il suo sogno iridato. Nel 1996 il passaggio alla classe regina con l’Aprilia 500, e l’anno seguente, proprio ad Assen, ecco il terzo gradino del podio. Sei le vittorie a livello mondiale, ma Romboni emozionava le folle e gli appassionati per il cuore e la grinta dati dall’amore per il mondo delle due ruote. L’anno dopo andò a correre in SBK e fu costretto a fermarsi per un altro infortunio. Tornò in sella nel 2003, nel campionato italiano superbike e nel 2004 fece due presenze nel campionato mondiale come Wild Card. Doriano era l’esempio per tutti. Un pilota deciso, temerario, veloce, ma anche generoso e simpatico, era la personificazione di tutti quei piloti che corrono per passione, prima di farlo per mestiere. L’anno prossimo sarebbe dovuto essere il direttore sportivo del Team Italia, ma lo sfortunato evento di oggi lo ha strappato alla vita, in un altro evento sfortunato della sua carriera. Ma tutti i piloti sono così: abbassano la visiera e si sentono obbligati a dare il massimo, anche in una bella gara tra amici a scopo benefico. E così, Rambo ci ha salutato ricordando il Sic.