Alcol test, la legge svolta: in pratica li fai sempre annullare I Non ci credi ma è davvero così, nessuno lo sa

La guida in stato di ebbrezza è una condotta grave punita dal Codice della Strada, se però l’interessato non riceve l’avviso sul diritto di difesa, l’alcoltest può essere invalidato e non potrà essere utilizzato come prova dello stato di ebbrezza

Gli effetti dell’alcol sulla guida, come è noto, possono portare a conseguenze altamente drammatiche, per sé stessi e per gli altri utenti della strada. Tra i principali effetti vi sono:

una crescente sottovalutazione del rischio, unita a un marcato senso di euforia; Una capacità minore di concentrazione, peggiorata da un’alterazione del senso della velocità e delle distanza, nonché dall’allungarsi dei tempi di reazione; Una notevole compromissione della visione laterale, fino ad avere la tipica “visione a tunnel” e in ultimo, una pericolosa sonnolenza.

Succede quasi a tutti di uscire a cena o per l’aperitivo per poi domandarsi, dopo uno o due bicchieri, quale sarà il proprio livello di alcol nel sangue. A determinare in modo scientifico questo dato, e quindi lo stato di ebbrezza di una persona, ci pensa l’etilometro, strumento indispensabile per condurre un alcol test con risultati in tempo reale.

L‘alcoltest, infatti, misura la quantità di alcol contenuta nel sangue. I limiti oltre i quali il tasso alcolemico comporta la guida in stato di ebbrezza sono: tra 0,5 e 0,8 g/l, tra 0,8 e 1,5 g/l e infine tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. A seconda del tasso alcolemico riscontrato variano le sanzioni previste dal Codice della Strada.

Nullità dell’alcotest

Per accertare lo stato di ebbrezza, l’organo accertatore ha il potere di sottoporre il conducente ad accertamenti mediante l’uso di apparecchi autorizzati (alcoltest). Prima di far effettuare una verifica con l’etilometro a un automobilista, le forze dell’ordine devono sempre chiarire alla persona fermata che può richiedere la presenza del proprio avvocato durante la prova.

Un’eventuale dimenticanza nel ricordare questo diritto annulla, di fatto, i risultati della prova, compresi gli effetti penali previsti dalla legge in caso di rifiuto del soggetto a eseguirlo. Lo ha stabilito la sentenza 29081 del 2018 dalla IV sezione penale della Corte di Cassazione.

Nel caso preso in esame, è stata riformata una sentenza della Corte di Appello di Trieste che aveva condannato un automobilista a 8 mesi di carcere e a 1.800 euro di ammenda per essersi rifiutato di effettuare l’alcol test, proprio per “vizio di motivazione del provvedimento, in relazione al mancato avviso al ricorrente della facoltà di farsi assistere da un difensore nel momento in cui venne formalizzata la richiesta di effettuare il test alcolemico tramite etilometro“.