Cinture auto, dati allarmanti: non le usa nessuno, sicurezza è a rischio, gli italiani sotto accusa e a rischio stragi di multe
Statistiche allarmanti riguardano lo scarso utilizzo di iconici dispositivi di sicurezza salva-vita a bordo delle auto.
Quando si parla di guida sicura si fa riferimento sicuramente al rispetto delle norme del Codice della Strada e al loro pedissequo rispetto, in secondo luogo a uno stile di guida controllato e responsabile ma anche e soprattutto all’utilizzo, obbligatorio per legge, di dispositivi di sicurezza.
Le auto moderne attualmente mettono a disposizione del conducente, proprio a favore della salvaguardia della sua incolumità, innovativi sistemi di sicurezza, come i recenti sistemi ADAS, che hanno proprio la funzione di incrementare il livello di sicurezza. Ma questo è il compito da sempre anche di dispositivi più tradizionali.
Stiamo parlando ovviamente di quello che per eccellenza è l’accessorio che si collega inevitabilmente all’argomento: la cintura di sicurezza dell’auto. Uno dei dispositivi più tradizionali e meno recenti, ma da sempre il più efficace in caso soprattutto di sinistri e incidenti.
Non è retorica ma la cintura di sicurezza salva la vita. Buona abitudine e soprattutto obbligo indiscutibile del Codice della Strada, quando si sale in auto, ancor prima di accendere il motore, è quella di allacciare la cintura di sicurezza per una guida confortevole e soprattutto protetta.
Cinture auto e mancato utilizzo: i rischi per la sicurezza
Una disposizione, quella delle cinture di sicurezza, che entrò ufficialmente in vigore l’11 aprile del 1988 grazie alla legge 111, per i passeggeri dei sedili anteriori. Ma come ogni norma c’è chi decide di infrangerla o comunque di seguirla a modo suo, rischiando in questo caso non tanto una sanzione ma gravi accadimenti nel caso sfortunato di un incidente stradale.
Ferite e lesioni più gravi, ribaltamenti, che con la cintura allacciata avrebbe potuto evitare. E gli italiani non sembrano essere così diligenti in questo, ce lo raccontano classifiche e statistiche stilate negli anni. Moltissimi conducenti e passeggeri che continuano a mettere a rischio la propria incolumità.
I dati allarmanti sulla situazione italiana
Ma bisogna aggiungere un dettaglio non di poco conto, che l’obbligo delle cinture non è solo per i passeggeri davanti ma anche per i sedili posteriori, come da articolo 172 del CdS dal lontano 2006. Ed è qui che gli italiani fanno ancora più fatica. Il report della sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) e dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) fa riferimento specifico all’uso delle cinture posteriori da parte dei passeggeri sulle strade del nostro Paese, un’abitudine in via di consolidamento.
Una media del 34%, ma ancora troppo rara tanto che dalle statistiche esce che solo uno su tre decide di indossarla e con visibili differenze tra il Nord e il Sud, ce lo dicono i numeri, che sembrano discendenti per la parte meridionale. I numeri del suddetto report parlano di un 60% di utilizzo nelle regioni del Settentrione e di un timido 20% in quelle del Sud.