Dazi auto cinesi, scoperta la magagna: il trucchetto per aggirare la legge, passando proprio da lì I Caso internazionale e possibili conseguenze
E se i costruttori cinesi avessero trovato il modo per aggirare i dazi imposti dall’Europa sulle loro auto? Un caso a livello internazionale.
Per tutelare quello che è un mercato, o forse meglio dire un’industria, che sta soffrendo una crisi che sembra non accennare a fermarsi, di fronte alla spietata concorrenza che arrivava come una saetta dalla Cina, l’Unione Europea ha pensato di utilizzare lo strumento dei dazi.
Stiamo parlando naturalmente della crisi, sotto gli occhi di tutti, dei costruttori automobilistici del Vecchio Continente, che assillati e stretti dalla morsa delle nuove regole di produzione per realizzare la transizione e dallo stop nel 2035 della produzione di motori endotermici, hanno visto stravolti tutti i loro piani.
Ecco che mentre loro si riorganizzavano con grandi investimenti dietro, dalla Cina arrivavano flotte di modelli elettrici con cui non si poteva certo competere, soprattutto in ottica di prezzi bassissimi, per gli europei irrealizzabili dato che nemmeno si rientrava nei costi di produzione.
Ecco che l’Unione ha pensato di usare lo strumento di tutela del dazio al fine di rimettere ordine in una situazione in cui la concorrenza, per vari motivi non sembrava così leale. Dunque far arrivare il prodotto automobilistico nelle fila del mercato europeo adesso è più costoso e meno facile.
Dazi alla Cina e il probabile trucco per aggirarli
Anzi a breve entrerà ufficialmente in vigore anche una maggiorazione di questi dazi. Ma se i costruttori cinesi avessero trovato anche il modo di aggirare la questione dei dazi che l’Europa gli ha imposto, con un trucchetto niente male? È la Federmotorizzazione Confcommercio Mobilità che sembra aver messo la pulce nell’orecchio dell’UE con un’interrogazione alla Commissione.
Sembrerebbe che il trucchetto sia quello di far passare la mole di auto cinesi, permettendo loro di entrare in Europa, attraverso un corridoio, al sicuro dalla scure dei dazi, tramite il territorio della Turchia, grazie al semplice fatto che tra Ankara e Bruxelles c’è un accordo di unione doganale per il libero scambio delle merci, scevre da qualsiasi tariffa doganale.
L’interrogazione alla Commissione UE e le conseguenze per il mercato
La conseguenza è naturalmente quella di ricadere in quelle pratiche di mercato e di concorrenza sleali, che con i dazi si volevano allontanare. Ecco che l’interrogazione proposta è un modo per avvisare l’Europa, nel caso non ne fosse a conoscenza e per questo prendere delle decisioni efficaci.
Anche per valutare se l’accordo commerciale con la Turchia non diventi un modo per i costruttori cinesi, di aggirare le leggi europee e ritornare sul mercato dell’auto del Vecchio Continente allo stesso modo di prima. Anche perché recentemente i rapporti tra Turchia e Cina si sono fatti più frequenti e più stretti con investimenti anche nel settore automobilistico da parte di colossi come BYD o Chery in territorio turco.