Dongfeng indurisce il petto: ci volete in Italia, queste sono le condizioni per produrre
Il colosso automobilistico cinese, per avviare i suoi stabilimenti produttivi in Italia, avrebbe posto alcuni condizioni non proprio leggerissime.
E sembrerebbe che l’importante costruttore cinese abbia, se così si può dire, indurito il petto, stretto i pugni, per far valere la sua parole e il suo lavoro anche sul territorio italiano, tentando di imporre le sue condizioni al fine di rimanere a lavorare in Italia. Cosa avrebbe chiesto il colosso? Quali sarebbero le sue condizioni?
L’idea di Dongfeng Motor sarebbe quella di aprire una fabbrica automobilistica in Italia e starebbero andando avanti anche le trattative e le comunicazioni con il Governo, al fine di tracciare un sentiero sul quale costruire le basi per lavorare insieme. A quanto pare il costruttore cinese avrebbe idee molto chiare su come proseguire.
Se da un lato il Governo avrebbe richiesto il raggiungimento della quantità di almeno un milione di auto prodotte sul territorio italiano, volendo riuscire laddove con Stellantis sembra aver perso una partita, dall’altro Dongfeng Motor avrebbe avuto da parte sua, la necessità di imporre qualche condizione non proprio leggerissima.
Questo sembra essere stato in qualche modo dedotto da alcune voci di stampa riportate dal quotidiano nazionale Il Corriere della Sera, che descriverebbe tali condizioni difficilmente accettabili. Non potevamo forse aspettarci altro dai principali attori commerciali di una nazione economicamente in ascesa come la Cina.
Le condizioni di Dongfeng per produrre in Italia
Per arrivare laddove è arrivata, e non si è ancora fermata, un minimo di strategia commerciale e industriale ha dovuto pur costruire. Dalle condizioni considerabili più ovvie e banali magari sugli stabilimenti o sulla politica di logistica, secondo le indiscrezioni di stampa, il colosso avrebbe anche richiesto una specie di spazio per Huawei anche nel settore delle infrastrutture delle telecomunicazioni nel nostro Paese.
Non ci dimentichiamo che Huawei ha avuto qualche problemino in altri Paesi, nonostante da noi sia molto diffuso come marchio per prodotti di telefonia e informatica, per via del fatto che si è sospettato un collegamento con apparati diversi da quelli sotto gli occhi di tutti. Anche la stessa Unione Europea, sembra aver comunque preso i suoi provvedimenti per proteggere gli utenti delle reti mobili del Continente.
Le richieste difficilmente accettabili del colosso cinese
E le richieste non finiscono qui, perché Dongfeng avrebbe anche messo tra i punti di interesse l’argomento intelligenza artificiale, attraverso una vera e propria mappatura della innovativa tecnologia sul territorio nazionale, iniziando a sondare quanto si potrebbe fare anche nel nostro Paese.
E infine non dimentichiamoci il tema più scottante, quello dei dazi imposti dall‘UE sull’importazione delle auto elettriche cinesi, cui Dongfeng avrebbe chiesto al governo di prendere atto e soprattutto posizione di appoggio, affinché il nostro Paese possa diventare base per nuovi stabilimenti del colosso cinese, ma la risposta non sarebbe stata quella sperata.