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Omissione di soccorso, se non stai attento a questo rischi tantissimo, anche se non fuggi I Il reato è punito con la reclusione fino a 3 anni

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L’omissione di soccorso stradale è un reato che punisce chi non presta assistenza a una persona che ha un evidente bisogno di essere aiutata. In caso di ferimento dovuto al nostro comportamento è obbligatorio chiamare l’assistenza sanitaria o la polizia.

In fatto di soccorso stradale la legge stabilisce comportamenti da adottare in caso di sinistri che abbiano coinvolto persone. Secondo il Codice della Strada, l’obbligo di fermarsi scatta non soltanto per l’automobilista che causa un tamponamento o investe un pedone, ma per ogni utente della strada che sia stato la causa scatenante del sinistro.

Facciamo un po’ di chiarezza. Se ad esempio può avvenire che un pedone attraversando un incrocio semaforico con il rosso, obblighi l’automobilista a una brusca manovra dalla quale derivi la collisione con altro veicolo. In un caso del genere, il pedone che non ha osservato le norme del Codice della strada dovrà prestare soccorso agli eventuali feriti.

L’omissione di soccorso vera e propria presuppone che ci si sia fermati senza però dare assistenza ai feriti e prevede la reclusione fino a un anno o una multa fino a 2.500 euro. L’obbligo di soccorso non si riferisce alle manovre di pronto soccorso che possono essere più o meno prontamente operate ma alla chiamata al 118 che è il numero unico di richiesta di assistenza in caso di incidente che abbia provocato danno a persone.

Il reato di fuga, invece, si configura quando non solamente si è causa del sinistro ma non si presta alcuna assistenza al danneggiato. Questo caso grave secondo il Codice Penale è punito con la reclusione dai 6 mesi a tre anni. E’ evidente la differenza tra i due reati. Rispetto all’omissione, la fuga ha l’aggravante di non garantire l’identificazione dei soggetti coinvolti nel sinistro e la ricostruzione del fatto.

Parola alla Giurisprudenza

Secondo la Corte di Cassazione, è colpevole il conducente che, dopo l’investimento, si ferma, ha una discussione con l’infortunato per accertarsi che stia bene e poi riprende la marcia.

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In un caso del genere il conducente, essendo consapevole di aver causato un incidente idoneo a provocare danno alle persone, è obbligato a fermarsi e a fornire le proprie generalità ai fini del risarcimento a prescindere sia dall’accertamento degli effettivi danni riportati dal pedone, sia dall’accertamento sulle responsabilità del sinistro.

Ma c’è di più: sempre secondo la Cassazione, la presenza di altre persone sul luogo di un incidente stradale non esonera l’investitore dal dovere dell’assistenza nei confronti dell’investito ogni volta che il suo intervento possa apparire utile.