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Prezzi benzina, fino a quando continua a scendere il prezzo? Ti conviene fare il pieno prima di questa data

Da più di un anno a questa parte, i prezzi dei carburanti stanno allarmando tutti i cittadini – tuttosuimotori.it

Ci troviamo oggi ad affrontare un argomento che sta suscitando grande allarme in Italia: i prezzi dei carburanti.

In questo particolare periodo storico, assistiamo a una situazione che richiede una seria riflessione. Come ben sappiamo, il costo della benzina e del diesel dipende da diversi fattori, tra cui il prezzo del petrolio greggio e il rapporto tra la domanda e l’offerta sul mercato. Inoltre, il prezzo finale viene determinato dal valore netto del carburante sommato alle accise e all’IVA.

Facciamo un breve excursus sui prezzi dei carburanti nel corso di questo decennio, partendo da poco prima della pandemia nel 2020 arrivando fino ai giorni nostri, passando per eventi come la guerra tra Russia e Ucraina nel febbraio 2022. A gennaio 2020, il prezzo settimanale della benzina si aggirava intorno a 1,59 euro al litro, per poi scendere a 1,356 euro al litro alla fine di maggio dello stesso anno.

Tuttavia, a partire da quel fatidico 25 maggio 2020, abbiamo assistito a una costante crescita dei prezzi che ha raggiunto il picco massimo il 14 marzo 2022, pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra della Russia, con un valore settimanale di 2,184 euro al litro. Due settimane dopo, il governo ha provveduto a ridurre notevolmente le accise, dando un po’ di respiro agli automobilisti. Purtroppo, questo sollievo è stato di breve durata, poiché in vista dell’estate 2022, il prezzo è ripreso a salire, raggiungendo un valore di massimo relativo il 27 giugno 2022, pari a 2,074 euro al litro, tenendo tuttavia conto dello sgravio fiscale sulle accise ancora in campo e attuato dal governo Draghi.

Successivamente, è iniziata una nuova fase caratterizzata da una diminuzione dei prezzi, portando il valore della benzina ad attestarsi a fine anno 2022 a 1,63 euro al litro.

Con l’arrivo del nuovo governo Meloni, non è stata confermata la riduzione delle accise per il 2023, e il prezzo dei carburanti è ripreso a salire, rimanendo pressoché stabile attorno a 1,82 euro al litro, con picchi verso 1,90 euro al litro in concomitanza con i primi ponti primaverili. L’ultima rilevazione settimanale di maggio conferma questa tendenza media, con il prezzo che si attesta intorno a 1,807 euro al litro.

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Ma cosa ci riserva il futuro? Storicamente giugno è un mese caratterizzato da una crescita dei prezzi dei carburanti, quindi potrebbe essere necessario anticipare questa tendenza e rifornirsi prima di un possibile nuovo aumento. È importante notare come, nonostante il prezzo della benzina oscilli costantemente, la somma di IVA e accise (ad eccezione del periodo di sgravio nel 2022) riporti costantemente un valore attorno a 1 euro al litro. Inoltre, è interessante osservare che l’Italia si posiziona al quinto posto tra i paesi europei con il costo della benzina più elevato, superata solo da Danimarca, Finlandia, Grecia e Francia, e al terzo posto per il costo del diesel, dopo Svezia e Finlandia.

Tuttavia, ciò che suscita preoccupazione è il peso delle tasse rispetto al costo finale del carburante. In Italia, infatti, il 58,3% del prezzo finale della benzina è rappresentato da quest’ultime, posizionandosi al secondo posto in Europa, dietro solamente alla Grecia con il 58,4%. Per quanto riguarda il diesel, con il 55,4% del prezzo finale composto da tasse, manteniamo il secondo posto, ma questa volta dietro ai Paesi Bassi con il 55,9%.

In Italia, quindi, è la tassazione a dettare legge sul prezzo dei carburanti. Questa situazione pone numerose domande tra gli automobilisti italiani. È giusto che il costo del carburante sia così gravato dalle tasse? Quali soluzioni possono essere adottate per alleggerire il peso fiscale sui carburanti? Sicuramente, è necessario un dibattito approfondito volto a trovare soluzioni sostenibili che tengano conto delle esigenze degli automobilisti italiani e dell’impatto ambientale del settore dei trasporti. Potrebbero essere prese in considerazione misure come la riduzione delle accise o l’adozione di politiche volte a incoraggiare l’utilizzo di veicoli a basse emissioni o di fonti di energia alternative.